LE COLPE DELLA NOTTE, Antonio Lanzetta.

Classificazione: 4.5 su 5.
  • Edito: La corte editore
  • Pagine: 265
  • 2018

Descrizione: La sera in cui i suoi genitori sono morti, Cristian è uscito di casa sbattendo la porta, arrabbiato con il mondo. Non avrebbe mai immaginato cosa lo aspettava al suo ritorno: un lago di sangue sul pavimento della cucina e la pistola d’ordinanza stretta tra le dita di suo padre. Un omicidio suicidio, avevano detto. E poi era stato spedito al sud, a Castellaccio, nella casa famiglia di Flavio, che continua a salvare ragazzini dal buio in cui a volte vengono risucchiati. Davvero il padre di Cristian ha ucciso la madre e poi si è tolto la vita? Qualcosa di oscuro sembra nascondersi dietro quello che apparentemente è un inspiegabile delitto e Damiano, lo Sciacallo, inizia la sua indagine personale, trovandosi come sempre a scavare fino alle radici del male. Mentre prova a rimettere insieme i pezzi della sua vita, Cristian conoscerà il dolore, l’amicizia, la paura, e comprenderà che alcune ferite non si rimarginano mai. Come quelle di Girolamo, un maresciallo dei carabinieri in pensione, ossessionato dall’Uomo del Salice e dalla scomparsa di una bambina avvenuta negli anni ottanta.

Recensione: Definito, da tempo, una rivelazione internazionale, Lanzetta fa onore alla letteratura italiana. Questa trilogia lo afferma a gran voce.

“Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto” H.P. Lovecraft.

Quest’ultima citazione appare nel libro ultimo di questa trilogia, la trilogia del buio, di Lanzetta. Con questo volume è terminata la mia avventura al fianco di Damiano e di Flavio.

L’ho detto fin troppe volte che mi sono affezionata a questi due personaggi costruiti a doc dall’autore e lo riconfermo, per la terza volta, parlandovi di questo volume che non mi ha delusa.

Ho trovato la costruzione di tutte le tre storie molto ben fatta; con il suo lungo filo conduttore, che sono i personaggi principali, con le loro storie, e quelle parallele, diverse per ognuno dei 3 capitoli.

La storia di Cristian, piccolo protagonista, è toccante e, diciamolo, riconducibile facilmente alla realtà di un ragazzino sepolto in camera sua, attaccato ai videogame e agli amici ma solo quelli virtuali.

Amici che non hanno volto e che si scontrano poi, insieme a lui, con la spietata realtà di una tragedia accaduta alla sua famiglia.

Cristian è costretto a confrontarsi con i coetanei, ai loro scherzi, ma è così che incontrerà i suo veri amici. Ma non solo, si troverà anche lui invischiato nella storia dell’Uomo del salice, immortale, come il dolore che ha causato e che salta fuori sempre. Un dolore che è come un’eterna cicatrice sulla pelle, identica a quelle di Flavio.

Dietro un thriller spietato si nasconde un lieto fine, una morale forte, e mi riferisco all’intera trilogia, oltre che a questa ultima parte.

La storia è avvincente e, ancora una volte, ricca di svolte incredibili dove prevale sempre il personaggio di Damiano, oltre a quello forte di Flavio.

“Questa è la seconda volta che provano ad ammazzarmi. Ho perso una gamba e sono diventato un mostro, e i mostri non hanno più paura di morire.”

Ancora ci domandiamo, dunque, perché amo questo personaggio straordinario? Damiano ha forza e debolezza che gli scorrono nelle vene, contemporaneamente, come sangue venoso e arterioso; sembra stanco della vita, ma allo stesso tempo da il massimo, perché non ha nulla da perdere.

Ogni protagonista di queste storie esce dalle pagine e sono sicura che è questa la vera forza della trilogia del buio, oltre alle sue atmosfere, al mistero e alla crudeltà che caratterizza le vicende di Castellaccio.

Visto che ci tengo tanto, aggiungo che la copertina è decisamente la più bella delle 3.

Voto copertina

Classificazione: 5 su 5.

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