Ceppo Pandora, Alessandro Scarioni.

Classificazione: 3.5 su 5.
  • Edito: Self
  • Pagine: 438
  • 2022

“Un libro, una trilogia, su un virus che trasforma gli uomini in zombie assetati di carne e sangue.”

E cosa ci sarebbe di nuovo? Niente.

Questo è quello che ho pensato quando ho cominciato a leggere questo libro che ha svelato la mia unica curiosità, che poteva fare la differenza, praticamene subito.

Tuttavia bisogna essere obbiettivi e riconoscere che di libri veramente originali ce ne sono pochi in questi ultimi anni. Se leggete un giallo non vi chiedete di certo se è o non è originale. Suvvia, un giallo è un giallo e, dovete saperlo, ha delle regole ben precise cui attenersi. Difficilmente si svia da tali regole, pochi ce la fanno, correndo anche il rischio di fallire miseramente.

E ho imparato anche che i cliché funzionano e a volte sono obbligati. Nessuno si aspetta che in un libro sugli zombie questi si mettano a divorare interi campi di zucche. Ok, è un idea originale per un horror per bambini, e ora mi toccherà scriverne uno, ma certe cose esistono per un motivo e in questo Alessandro non ha fallito.

Quindi, se vi piacciono i libri che come una coperta di Linus vi accolgono tra le loro calde braccia state optando per il libro giusto, che tra l’altro è ben scritto.

A tal proposito, e dopo aver notato la padronanza sintattica dell’autore, mi aspetto di più da questo autore. Voglio dire che con qualche accorgimento, secondo il mio modestissimo parere, la lettura poteva essere più fluida.

Vado a spiegare: l’azione, in questo testo, è ben esposta, precisa, fluida e non ripetitiva. Questo non si può però dire del testo in generale.

Non so quante volte ho letto che dalla città si innalzava del fumo nero, che le strade erano ricoperte di sangue… Il punto è che l’autore ci descrive benissimo sia i fatti che il contesto. Ha certamente colorato fantasticamente l’intera storia e i dialoghi all’americana mi sono piaciuti tantissimo, ma alcune ripetizioni hanno allungato inutilmente i capitoli, già di per sé interminabili.

Ceppo pandora è una trilogia e Alessandro deve aver pensato di dividere in capitoli l’intera storia (i 3 libri) e non il singolo volume. Ceppo Pandora (1) ha 10 capitoli, alcuni tra le 50 e le 72 pagine. Anche se sono ben scritti, io mi ho supplicato che a un certo punto di almeno 4 di questi mi fosse concessa una pausa.

I tempi di questa storia sono altalenanti. Non c’è un vero ritmo perché in ogni capitolo si passa da momenti interminabili fatti di piccole azioni poco utili ai fini narrativi, ai periodi fatti di pura azione, lunghi, super descrittivi ma giusti e necessari.

Quando Alessandro crea una scena, come ad esempio dell’attacco di questi esseri tornati in vita, non è banale, si prende il suo tempo e ha un buon ritmo. Bravo. Le scene sono splatter al punto giusto. I personaggi sono stati creato a doc per essere collocati nell’azione.

I pov sono 3 più uno, conclusivo e che esce dal nulla, ma che non reputo poi così male come conclusione; secondo me è appropriato un finale così. Fa girare le scatole al punto giusto. Dato che è solo il primo volume della trilogia, è un capitolo cliffhanger perfetto per lasciare il lettore in sospeso.

Un’altra cosa, puramente soggettiva, come d’altra parte l’intera recensione, od opinione (a me le D eufoniche piacciono, questione chiusa!), avrei voluto si parlasse di più di questo benedetto ceppo virulento chiamato Ceppo Pandora e non mi importa se l’autore intende parlarne nel secondo volume, io volevo saperlo in questo.

Sapere di più sul virus avrebbe fatto la differenza, per collegarci al discorso iniziale.

Tuttavia Alessandro, questo è un buon inizio, ne consiglio la lettura anche perché scrivi bene e non mi dispiacerebbe affatto che queste mie opinioni, che spero non vengano fraintese, siano presto contraddette.

Voto copertina

Classificazione: 3 su 5.

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